Presentazione

 Il corpo offeso. Tra piaghe e pieghe

Piaga e Piega costituiscono il tema 'paronomastico' che sarà oggetto di analisi e riflessione del primo numero di «Figure dell’immaginario». La scelta non è casuale, in quanto la loro valenza iconica si presta, da una parte, a molteplici percorsi interdisciplinari e, dall’altra, mette in rilievo una dinamica essenziale del rapporto immagine-immaginario. Esistono infatti immagini che sono un immaginario piegato e degli immaginari che sono delle immagini spiegate (in senso letterale). Analogamente vi sono delle piaghe (sociali, del corpo, delle ferite nella storia etc.) che lasciano proliferare un insieme di rimandi e di quesiti dove la ricerca si nutre di un 'non detto' solo parzialmente tematizzabile. La piaga e la piega si presentano dunque come due figure dell’immaginario in grado di indicarne la densità, come uno sfondo opaco che richiede, per ricorrere ad un’espressione di Maurice Blanchot, un entretien infini, un «infinito intrattenimento».

De l’illusion narcissique aux plaies et plis existentiels : les leçons du Caravage

 

Jean-Marie Barthélémy, De l'illusion narcissique aux plaies et plis existentiels : les leçons du Caravage

Molti quadri del Caravaggio mettono in scena un segno o un’offesa al corpo, alcune volte estesa ai vestiti portati dai protagonisti, ai bordi dei quali si distribuisce una rete complessa di pieghe, della pelle o del tessuto, predisposte per circoscriverli, metterli in risalto o modularli. Un’analisi evolutiva delle inflessioni stilistiche di tali stigmati mostra che le modalità delle loro inscrizioni e delle loro successive declinazioni nel corso dell’opera è portatrice di un’intenzionalità soggiacente, che dà senso al destino eccezionale di un artista vividamente iscritto negli sconvolgimenti della sua epoca, in risonanza intima con gli eventi rocamboleschi e avversi della propria vita. Queste ferite e queste tracce appaiono nello stesso tempo come emblematiche del costante interrogare, a cui nessuno sfugge, sull’identità personale e la sua pericolosa conquista nell’arco dell’esistenza, e, di conseguenza, sono suscettibili di sollecitare fino a toccarle in profondità le nostre sensibilità.    

Beaucoup des tableaux du Caravage mettent en scène une marque ou une atteinte corporelle, quelquefois diffusée aux vêtements portés par les protagonistes, à la périphérie desquels se distribue un réseau complexe de plis, de la peau ou du tissu, apportés en renfort afin de les circonscrire, les mettre en valeur ou les moduler. Une analyse évolutive des inflexions stylistiques de ces stigmates montre que les modalités de leurs inscriptions et déclinaisons successives au cours de l’œuvre est porteuse d’une intentionnalité sous-jacente qui donne sens au destin exceptionnel d’un artiste farouchement inscrit dans les bouleversements de son époque en résonance intime avec les avatars tumultueux et exigeants de sa propre vie. Ces blessures et ces traces apparaissent en même temps comme emblématiques de la permanente interrogation, à laquelle personne n’échappe, sur toute identité personnelle et sa périlleuse conquête au fil de nos existences, et par conséquent susceptible de solliciter pour les toucher aussi en profondeur chacune de nos sensibilités personnelles. 

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Non c'è piega senza piaghe

Salvatore Grandone, Non c'è piega senza piaghe

Nella riflessione filosofica contemporanea la piega si delinea come un concetto guida in grado di fornire l’accesso all’essenza della realtà. Tale tendenza comporta però un oblio dell’esser piaga delle piega, un parziale disconoscimento del suo incarnato. Le pieghe del mondo vanno infatti sempre comprese a partire dalle pieghe-piaghe di una coscienza che interroga il reale. Senza la correzione prospettica della piaga, si dimentica l’umanità della piega, l’indicibile che abita "la vie dans les plis", come suggerisce l'omonima opera di Michaux.

Dans la réflexion philosophique contemporaine, le pli se configure come un concept-clé en mesure de donner l’accès à l’essence du réel. Cependant cette tendance spéculative engendre l’oubli de l’être plaie du pli, une partielle méconnaissance de son être incarné. En effet, les plis du monde peuvent être compris seulement à partir des plaies-plis d’une conscience qui questionne la réalité. Sans la correction prospective de la plaie, on oublie l’humanité du pli, l’indicible qui demeure, c’est le titre d’une récolte de Michaux, dans La Vie dans les plis.

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Istanza etica e mito

Carlo Scognamiglio, Istanza etica e mito nella narrazione storica. Il caso dei fratelli Cervi

Questo articolo intende ripercorrere alcuni tratti di una vicenda contemporanea, considerata emblematica della criticità – nell’ambito della relazione tra storia, filosofia e antropologia culturale – di ogni possibile discriminazione tra res gestae e historia rerum gestarum. La storia dei fratelli Cervi è qui presentata nella sua dimensione di mito fondazionale, e studiata come casistica di una problematica ermeneutica della storia.

The author of this paper aims at analyzing some features of a recent historical event, because it seems significant in the difficult process of distinction between res gestae and historia rerum gestarum. This topic shows the existence of a consistent field of convergence in history, philosophy and cultural anthropology. The life of the Cervi’s family is observed as a foundation myth, and it is studied as a case in the hermeneutics of history.

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Dalle piaghe del corpo alle pieghe della carne

Giusy e Rossella Capasso, Dalle piaghe del corpo alle pieghe della carne. Identità multiple nell'arte contemporanea

Dal Korper al Leib. Da un ripensamento del corpo può muovere un ripensamento dell’(e) identità: identità sessuale, culturale, etnica. Nella Body Art, a partire dagli anni ’70, il corpo diviene campo d’azione dell’arte. Piaghe autoinflitte per vedere fino a che punto resiste la cute attraverso il dolore della perdita d’identità. Carne che si modifica, chirurgia plastica come rituale per Orlan, la donna che si è sottoposta a decine di operazioni, che ha saputo fare di se stessa scultura. Un viaggio nell’arte del corpo estremo che ha come meta la ridefinizione del concetto di identità.

From the Korper to the Leib. From a second thought of the body can move a second thought of identities: sexual identity, cultural or ethnic one. In Body Art, since ‘70s, the body becomes the protagonist of the art. Self-inflicted wounds to see to what extent the skin stands the pain of loss of identity. Flesh which changes itself, plastic surgery as a ritual for Orlan, the woman who has surgery dozen times, who is able to make herself sculpture. A journey in the art of extreme body which has as its destination the redefinition of the concept of identity.

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