TELMO PIEVANI, Imperfezione. Una storia naturale

                  

 

Telmo Pievani, Imperfezione. Una storia naturale, Milano, Raffaello Cortina, 2019

Recensione di Anita Ilaria Vignola (III A/SC, Liceo Statale Salvatore Pizzi di Capua) - la recensione ha ricevuto la menzione dalla Commissione scientifica del "Premio Asimov".

Il libro in questione è un saggio di filosofia della scienza scritto da Telmo Pievani, filosofo e professore presso il dipartimento di biologia dell’Università degli studi di Padova, pubblicato nel 2019.  Pievani è autore di numerose altre pubblicazioni, nel 2020 è uscito anche il suo primo romanzo, filosofico ovviamente: “Finitudine”.

Come si evince dal titolo “Imperfezione”, il libro oggetto di questa recensione tratta dell’imperfezione, ma non nell’accezione negativa che solitamente attribuiamo alla parola. Pievani considera infatti l’imperfezione come ciò che rompe l’equilibrio, genera il movimento e, di conseguenza, permette l’evoluzione.  Già dal primo capitolo del saggio, possiamo capire che tutto ciò che ci circonda è la conseguenza di una serie di fenomeni aleatori che danno origine a nuove imperfezioni che poi, anche se minuscole o addirittura impercettibili, andranno a modificare il corso della storia. Il concetto di imperfezione di Pievani è per certi versi complementare a quello lucreziano di clinamen.

Anche noi siamo il risultato di una combinazione di imperfezioni che ha portato a evolverci fino ad arrivare alla forma attuale del nostro corpo e del sistema nervoso.  Il nostro cervello però, come possiamo leggere nel quinto capitolo, non ha avuto un’evoluzione facile dato che sono stati necessari diversi compromessi. Afferma Pievani: “nel cervello osserviamo una permeante aggiunta di nuovo sul vecchio, che richiede coerenza e coordinamento tra parti vecchie (di solito associate a funzioni emotive e corporali) e parti nuove associate alle attività conoscitive e linguistiche”. Così successivamente è stata necessaria “l’evoluzione di nuove funzioni a partire da vecchie strutture, cioè la cooptazione di aree cerebrali nel corso della storia della vita”. Ciò significa che la parte più antica del cervello ha dovuto imparare a collaborare con una parte nuova dedita a funzioni differenti e più complesse che prima non erano necessarie. Questo porta il cervello umano a essere una fantastica struttura imperfetta, cosa che del resto ritroviamo spesso negli organismi viventi. Per chiarire meglio il concetto chiave del libro, Pievani dedica un paio di capitoli all’enunciare e spiegare le diverse “leggi delle imperfezioni”. In questo modo il lettore non perde mai il filo conduttore della riflessione. La strategia è utile anche per cogliere meglio la relazione particolare-universale interna ai vari esempi proposti.

Il libro “Imperfezione” tratta un’ampia gamma di argomenti. Sebbene sia un saggio scientifico e filosofico, li spiega generalmente in maniera semplice e diretta (magari con l’aggiunta di qualche immagine determinati passaggi sarebbero stati ancora più chiari) aprendoci a una nuova visione del mondo che ci circonda e di noi stessi. Il testo è interessante e adatto anche a un pubblico giovanile.